Da 400 anni a questa parte, il Giorno del Ringraziamento, o Thanksgiving Day, si celebra il quarto giovedì di novembre ed è l’occasione in cui gli americani si riuniscono in famiglia per ringraziare la vita, le persone care e Dio per ciò che si ha.È una festa fatta di gratitudine e tradizioni, che ha sempre suscitato in me e in tanti come me ammirazione ed interesse. Ecco a riguardo qualche curiosità che possiamo scoprire insieme.
“Grazie” per cosa? Alle origini, la gratitudine non era verso Dio né verso la propria famiglia; era per gli indiani d’America che salvarono i primi pellegrini. Infatti, nel 1621 90 padri pellegrini inglesi partiti da Plymouth (Inghilterra) approdarono stremati vicino alla baia di Cape Cod (penisola del Massachusetts); solo 53 di essi riuscirono a sopravvivere grazie all’ospitalità delle tribù degli indiani d’America (i Wampanoag), i quali non solo li sfamarono e li accolsero, ma insegnarono loro a coltivare piante per poter sopravvivere. Al primo raccolto, ci fu una grande festa: i pellegrini ringraziarono per gli abbondanti frutti del loro lavoro, ma soprattutto per essere stati salvati.
Il vero protagonista? Il tacchino. Nelle prime feste del Ringraziamento grande assente era il tacchino. A quel tempo, venivano serviti carne di cervo, piccione e anatre farciti con erbe aromatiche, ma anche molluschi e anguille. Fu solo nel XIX secolo che il tacchino divenne il simbolo di questa celebrazione. Il merito fu di una donna, la scrittrice Sarah Josepha Hale, che nelle sue poesie scriveva di festeggiamenti con al centro del tavolo tacchino arrosto e torta di zucca, per riunire la nazione e rafforzare lo spirito degli americani negli anni della Guerra Civile. Aveva un particolare ascendente sul Presidente Lincoln, tanto che quest’ultimo ascoltò il suggerimento sulla necessaria presenza del tacchino e nel 1863 ufficializzò la Festa del Ringraziamento il quarto giovedì di novembre. Oggi il tacchino è immancabile sulle tavole degli americani: ogni anno, per il Thanksgiving Day, vengono consumati circa 45 milioni di tacchini. Tra questi sventurati tacchini, due vengono “graziati” dal Presidente degli Stati Uniti. A partire dalla presidenza di Reagan negli anni Ottanta, infatti, alla Casa Bianca ha preso piede la “cerimonia della grazia” per i tacchini, che diversamente finirebbero sulla tavola del Presidente e della sua famiglia (in realtà si racconta che il primo a graziare un tacchino fu J.F. Kennedy).
Il menù. Come dicevamo poco fa, il tacchino non può mancare: deve essere rigorosamente ripieno e accompagnato da salsa gravy (condimento che si ottiene dal fondo di cottura della carne), purè di patate, salsa ai mirtilli e carote caramellate. In base alle tradizioni locali, possono esserci delle varianti: per esempio, nelle città del nord il tacchino viene condito con il wild rice (riso selvatico o zizania), mentre più a sud la carne si accompagna con la focaccia di granturco. Certamente, si deve lasciare spazio a qualche dolce tradizionale, in primis la torta alla zucca ma anche il pecan pie o la torta di mele.
Le parate del Ringraziamento. Anche se la prima storica parata per il giorno del Ringraziamento risale al 1920 e si svolse a Philadelphia, la più celebre è sicuramente quella di Macy’s a New York. Si tratta di una sfilata organizzata dall’omonimo magazzino e che si tiene su un percorso di 4km, che parte da Central Park e prosegue sulla 6th Avenue dalla 59° alla 38° strada fino a raggiungere i magazzini di Macy’s, dove su un palco si esibiscono artisti e cantanti.
E dopo il pasto? Non c’è giorno del Ringraziamento, senza Football americano. La tradizione nasce nel 1934 quando il proprietario dei Lions (squadra di Detroit) per aumentare la vendita dei biglietti e la considerazione verso la propria squadra chiese di poter far giocare i suoi la mattina del Ringraziamento contro i Bears (squadra di Chicago); il risultato fu una sconfitta cocente per i Lions, che però divennero acclamatissimi anche grazie al fatto che la partita venne trasmessa in diretta nazionale. Negli USA le tradizioni sono una cosa seria. E non si può finire la giornata senza guardare la NFL sul divano.
Spero che queste poche informazioni vi abbiano messo un po’ di curiosità su questa particolare festa e su quanto sia importante per gli americani. È il momento in cui le famiglie si riuniscono, i figli ritornano a casa dal college/università per qualche giorno e si può passare insieme del tempo di qualità. E poi finito il Thanksgiving parte il periodo natalizio e si dà il via agli acquisti, grazie agli sconti del Black Friday che ogni anno cade il giorno successivo al Ringraziamento.
Sarà il tacchino, sarà lo stare insieme, sarà l’arrivo del Natale…ma è proprio un momento magico!