Tantissime star, grande entusiasmo ed un’ultima carrellata di speaker per l’ultimo dei quattro giorni di Convention Dem a Chicago. Ma le luci (e l’attenzione) erano solo per lei, Kamala Harris, che con il suo discorso patriottico e pieno di rimandi alla sua storia, ma anche alle prospettive future del suo Paese, ha convinto gli elettori Democratici.
Quello della candidata democratica alla presidenza degli Stati Uniti è stato un discorso ricco di dicotomie: passato e aspirazioni future, storia personale e situazione del Paese, il suo apporto da outsider ma comunque con un’esperienza alla Casa Bianca da Vicepresidente. Un discorso per convincere i Democratici a sostenerla e tutti gli americani a votarla il 5 novembre. Quali sono le sue motivazioni? È capace, ha esperienza, nella sua storia ha dimostrato di essere “for the people”, sarà garante di democrazia e libertà, ha sempre avuto a cuore i diritti di tutti. Si è descritta così nel suo intervento. E poi sarebbe la prima donna – e prima donna nera – alla Presidenza degli U.S.A.
In onore delle battaglie storiche delle donne per i diritti civili e per ribadire quanto lunga sia ancora la strada da fare per eliminare le discriminazioni di genere, molti dei delegati e delle delegate presenti erano vestiti di bianco ieri sera: è il colore delle suffragette, le donne che lottarono per l’ottenimento del diritto di voto. Il suffragio universale negli U.S.A. è arrivato nel 1920, dopo anni di proteste pacifiche e anche folkloristiche. Erano vere e proprie parate, con tanto di musica, costumi e striscioni. Da vere sentinelle di democrazia, organizzavano iniziative quali gli scioperi della fame, le raccolte di firme e le petizioni per rivendicare i loro diritti fondamentali; manifestazioni che possiamo definire “nobili antenate” dei sit-in che al giorno d’oggi vengono organizzati. Qualsiasi sia il credo politico di tutti noi, il fatto che Kamala Harris potrebbe diventare la prima Presidente donna degli Stati Uniti è certamente fatto di rilevanza storica mondiale, nonché leva su cui i Democratici punteranno in questa corsa.
La candidata ha iniziato il suo intervento raccontando la propria storia personale per fare emergere i propri valori ed origini. Ha parlato della sua carriera da procuratrice, che le ha forgiato un carattere forte, le ha concesso un’enorme preparazione e le ha permesso di “stare sempre dalla parte delle persone”. Poi ha attaccato Trump per il suo essere una “persona pericolosa” e anche per la sua visione protezionista e isolazionista, che ha portato all’introduzione di dazi che hanno impattato negativamente sui dati dell’economia americana. Una gran parte del suo intervento è stata dedicata al tema dei diritti e delle libertà, di cui dice di volersi fare sempre portavoce. Poi ancora il problema dell’immigrazione, la politica estera, il sostegno al ceto medio che è quello più colpito dall’inflazione.
Un discorso molto chiaro, diretto e patriottico (anche il patriottismo non è più prerogativa dei Repubblicani). Sicuramente Kamala Harris ha dimostrato ancora una volta e a differenza del suo predecessore, la sua adeguatezza e le sue capacità oratorie e persuasive.
Il messaggio della sua campagna elettorale è “A new way, forward”. Le è stato consigliato dallo staff della comunicazione che aveva seguito anche la campagna presidenziale di Barack Obama. Parrebbe un ossimoro, perché richiama al cambiamento e ad un nuovo modo di fare (“A new way”), ma con la volontà di dare continuità e di proseguire con il lavoro fatto in questi anni “forward”. Ma è questo che sta dietro al suo operato e al discorso di ieri sera: un equilibrato mix di novità ed esperienza, di empatia e coraggio, di professionalità e normalità.
Si chiudono con un’atmosfera di festa e diffuso ottimismo i 4 giorni di Convention del Partito Democratico. Adesso si entrerà nel vivo della campagna presidenziale, perché nelle prossime settimane potrebbe esserci un confronto televisivo tra i due candidati ed in alcuni Stati già si inizierà a votare. Non sappiamo come andrà a finire, ma i due sfidanti promettono un duello all’ultimo sangue.